Le esilaranti avventure del maresciallo dei carabinieri Vito Caprarella di Melfi (racconti)


E' uscito in libreria il mio primo libro di narrativa dal titolo "Le esilaranti avventure del maresciallo dei carabinieri Vito Caprarella di Melfi", Roma, Arduino Sacco Editore 2013. Si tratta di un'opera volutamente parodistica del genere giallo tradizionale, compreso quello cinematografico (per intenderci, dal Commissario Montalbano in giù): per realizzarlo mi sono ispirato alla vita reale e concreta di un piccolo paesino della Basilicata, Melfi appunto, che mi ha visto nascere e dove ho vissuto la mia infanzia. In effetti nel libro c'è poco spazio per la fantasia: al di là della deformazione parodistica e caricaturale, tutte le storie, tolto ovviamente qualche particolare, sono storie vere; e tutti i personaggi, mutato nomine, sono reali (parenti, amici, conoscenti, o amici di amici di amici: il paese è piccolo, e si sa, tutti conoscono tutti...). La star del libro è il maresciallo dei carabinieri Vito Caprarella "mangione, imbriacone e panzone" -come recita la seconda di copertina-, che si trova ad affrontare delitti da quattro soldi o crimini banali, e che nonostante questo non riesce a risolverli se non con una buona dose di "fortuna" (in realtà nel libro etichettata come "culo"). Intorno al maresciallo si muove una galleria di personaggi, che come in tutti i piccoli paesi, costituiscono non solo lo sfondo, ma l'impalcatura essenziale delle avventure del protagonista: dal fedele compagno l'appuntato Donato Romaniello, alla moglie del maresciallo, còmma Filomena; e ancora il cognato Felice ubriaco fin dalle prime luci dell'alba, alle commari del quartiere cui non sfugge niente deglla vita degli altri, al prete e all'avvocato... Insomma un quadro di paese comico ma realistico al contempo, da cui emerge un mondo ormai fuori dalla storia: quello contadino della Basilicata, terra ignota ai più e fuori dai grandi giri anche del Mezzogiorno d'Italia.
Un'operazione "nostalgica" la mia: quella del recupero delle proprie radici e di scavo archeologico di un mondo perduto o in via d'estinzione, minacciato dall'avanzare della contemporaneità.
Questa la presentazione del libro così com'è riportata nella quarta di copertina del volume stesso:
"In un piccolo paesino della Basilicata il maresciallo dei carabinieri Vito Caprarella, buona forchetta e soprattutto gran bevitore di vino, e il suo fedele compagno di avventure l'appuntato Donato Romaniello, sono alle prese con delitti da quattro soldi, furti di galline o misteri apparenti che si risolvono in un fiasco. Intorno al maresciallo e al suo scudiero si muove una galleria di personaggi: còmma Filomena, moglie di Caprarella, con il suo circolo di terribili commari; l'avvinazzato Felice, cognato del maresciallo; e ancora il trafficone avvocato Bochicchio, detto Gratta e Vinci, in combutta con il procuratore Tartaglia; don Pasquale, vicino del maresciallo, padre Carlo, equivoco prete di campagna; e tanti altri... Vera protagonista dell'opera è in definitiva la Basilicata, di cui si denunciano la devastante arretratezza sociale, l'innata superstizione e la dilagante corruzione politica. Una "Gomorra" dal punto di vista comico".


Angelo Eugenio Mecca,
Le esilaranti avventure del maresciallo dei carabinieri Vito Caprarella di Melfi,
Roma, Arduino Sacco Editore 2013, pp. 268, euro 19.90

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